Grazie ad Internet,sempre più industrie Italiane cercano di vendere i propri prodotti sul mercato americano. Vediamo qui in sintesi alcune raccomandazioni da tenere presente.
La vendita diretta dei prodotti della propria azienda negli Stati Uniti, osserva delle regole ben precise tese a regolamentare i rapporti tra il venditore italiano e quello straniero. Negli Usa tali norme sono differenti rispetto a quelle vigenti in territorio italiano.
Gl imprenditori che si trovassero a voler espandere la propria attività utilizzando la formula della vendita diretta all’estero, devono necessariamente effettuare delle scelte preliminari. In tal senso si hanno molteplici possibilità: la vendita ai consumatori locali, l’ingaggio di un agente, distribuzione in loco. Ciascuna di queste opzioni osserva regole differenti da osservare per non fallire nel proprio intento, ma soprattutto per evitare di incappare in sanzioni considerevoli.
Per quanto riguarda i contratti di vendita, essi sono caratterizzati da una caratteristica comune sia negli Stati Uniti, sia secondo le norme giuridiche di altri paesi stranieri; tale caratteristica è proprio quella che li definisce: la cessione di un bene sotto pagamento di una somma stabilita.
Sulle norme che invece regolamentano i contratti di vendita c’è da fare una considerazione; si deve infatti sottostare alle norme stabilite dagli USA ed ai singoli stati che ne fanno parte, che appunto legiferano in maniera indipendente.
Tuttavia, per farsi un’idea di quali siano le regole da accettare, si deve consultare l’Uniform Commercial Code (UCC), osservato in via ufficiale da quasi tutti i paesi degli Stati Uniti. L’UCC raccoglie tutte le norme che in ambito commerciale regolamentano i rapporti di vendita.
Secondo i principi in esso contenuti, chi formula la proposta contrattuale non ha alcun vincolo, motivo per il quale tale proposta è revocabile in qualsiasi momento, previa comunicazione all’offerente. Si tratta di una norma significativamente differente rispetto a quelle che vigono in gran parte dell’Europa, dove ”all’inadempiente” si può chiedere un risarcimento, che invece è previsto negli USA solamente se il bene commerciale oggetto del contratto è unico e difficilmente rintracciabile nel mercato.
Rispetto all’Europa sono diverse anche le norme che disciplinano la restituzione o la segnalazione dei difetti riscontrati su un prodotto. Mentre in Italia si deve comunicare tempestivamente, in forma scritta, il riscontro di vizi nel prodotto acquistato, negli USA non esistono vincoli restrittivi di questo tipo; inoltre nel caso in cui si dovessero verificare casi come questo non è sufficiente che il venditore abbassi il prezzo del bene venduto, ma si può chiedere un vero e proprio risarcimento danni.
Prima di iniziare dei rapporti di vendita diretta con gli USA, bisogna accertarsi che gli acquirenti americani dell’Unione, in base alla cultura diffusa, possano gradire il bene che si intende vendere. È poi necessaria una strategia comunicativa e di distribuzione appropriata, per rendere il bene in vendita interessante. Ad ogni modo prima di intraprendere questo business è bene conoscere tutte le norme legali, la cui inadempienza porta l’azienda italiana (o europea) a dover rispondere al giudizio del tribunale straniero.
Un’ultima soluzione è quella di aprire un’azienda consociata, alla quale affidare la vendita dei propri prodotti in territorio americano, evitando di essere soggetti alle giurisdizioni dei vari paesi degli USA anche nel momento in cui si possiede il 100% delle azioni dell’azienda consociata. Il presupposto di fondo è che le due parti mantengano una certa indipendenza gestionale.
Il consiglio di fondo, prima di effettuare questo passo, è quello di farsi seguire da esperti, abilitati negli USA, in materia legislativa, nella gestione dei contatti e nelle tecniche di negoziazione.