Finanza domestica: cos’è e come gestirla al meglio

Nel 2006 viene coniato il termine “finanza domestica” che studia come le famiglie usano gli strumenti finanziari per raggiungere i loro obiettivi. In questo nuovo campo, vengono presi in considerazione strumenti come contanti, assegni e carte di credito, investimenti in beni durevoli e capitale umano. Le famiglie devono far fronte a vari tipi di decisioni come la scelta di pagamento, finanziamento di debiti, protezione dei veicoli e assicurazione dei contratti. Possono, inoltre, acquisire personalmente informazioni necessarie o affidarsi a terze parti. Nello studio delle scelte dei piani di investimento si possono tenere in considerazione due metodi: quello normativo in cui i confronti con i modelli teorici stabiliscono l’abilità delle famiglie nel compiere decisioni finanziarie; quello positivo, considera le decisioni prese e le confronta con le scelte ottimali evidenziando eventuali deviazioni che possono costituire degli errori o essere potenzialmente corrette con consulenze professionali.

Come investire le risorse economiche?

Esistono due categorie di risorse tangibili in cui gli individui possono investire le loro risorse economiche: quelle reali, includono proprietà residenziali e commerciali, beni durevoli, beni di valore (oro, gioielli ecc.…). Esse non sono liquide. I beni durevoli sono caratterizzati da una larga asimmetria informativa e possono avere alti costi legali e di negoziazione in aggiunta alle tasse. Quelle finanziarie, includono un insieme di strumenti a partire dal contante arrivando a sofisticati titoli derivati. Le risorse finanziarie sono commerciabili in mercati più sviluppati e più liquidi rispetto al mercato delle risorse reali. Il loro numero è in continuo aumento per l’innovazione finanziaria dal momento che attualmente le informazioni sulle performance passate sono pubbliche e semplici da reperire. Rispetto alle risorse reali, quelle finanziarie sono molto più complesse e sono difficili da comprendere per le famiglie. 

Inoltre, esistono degli indicatori qualitativi che hanno l’obiettivo di catturare l’avversione individuale al rischio e che sono stimati attraverso questionari economici.

Rapporto delle famiglie con la scelta di portafoglio 

Si è constatato che le famiglie detengono una posizione passiva sia con le carte di credito sia nelle liquidità dei portafogli finanziari, comportamento che non è limitato solamente alle famiglie con un basso livello di istruzione e reddito. Una prima spiegazione di ciò, può essere che i consumatori accumulano strategicamente attività quando progettano di presentare istanza di fallimento al fine di convertirle in elementi esenti al momento del deposito. Una seconda spiegazione si basa sull’interazione di impazienza e autocontrollo. Ogni famiglia ha un addetto agli acquisti e un contabile che è responsabile dei pagamenti.

Dal momento che l’addetto è più impaziente del ragioniere, quest’ultimo è incentivato a pagare il debito della carta di credito in quanto l’addetto chiederà prestiti e spenderà nuovamente. È nell’interesse del ragioniere mantenere liquidità positive per controllare l’intensità di spesa dell’addetto. Una terza spiegazione suggerisce un modello razionale basato sull’osservazione che alcuni beni possono essere comprati solo in contanti e non con carte di credito. Questo tipo di merci include sia transazioni con piccole quantità di denaro, ad esempio una piccola consumazione al bar, sia transazioni considerevoli come gli affitti e le rate dei mutui oppure spese impreviste come riparazioni domestiche. 

Grazie ai dati sulle ipoteche e sui debiti sulle carte di credito, si riesce a comprendere come le famiglie scelgono il tipo di mutuo e la rispettiva gestione.  

Come ogni campo di recente sviluppo, la finanza domestica ha registrato una crescita impressionante di risultati teorici ed empirici. Solo il tempo svelerà l’andamento di questa nuova area di ricerca.

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