In una fase ribassista dei mercati, molti trader si sentono disorientati nelle proprie scelte di investimento. D’altro canto, l’emergenza sanitaria attualmente in corso in tutto il mondo, che ha visto purtroppo il nostro paese nel ruolo di primattore, lascia aperti tutti gli scenari, che possono prevedere un nuovo ritorno ai minimi nei listini azionari, come avvenuto qualche settimana a Piazza Affari con l’indice nostrano che ha perso il 17% in un giorno solo, oppure l’inizio di una risalita, seppur lunga e irta di insidie.
Crisi: le differenze fra Stati Uniti ed Europa sono tangibili
A differenza del 2008, infatti, l’evolversi della crisi finanziaria ed economica dipenderà, in primis, da come progredirà il propagarsi del virus. Ed in tal senso, qualsiasi esperto finanziario non si può azzardare in alcun tipo di previsione: eventualmente lo potrà fare partendo da un’analisi dell’andamento dell’epidemia, ad oggi sconosciuta anche per gli addetti dei settori medico, scientifico e sanitario. Dopo questa doverosa premessa, si possono, tuttavia, analizzare alcuni mosse effettuate a livello economico e politico per contrastare la crisi. E gli Stati Uniti, in tal senso, sembrano essersi mossi in misura decisa e coesa, sia tramite iniezioni pesanti di liquidità da parte della Federal Reserve che grazie ad alcune leve fiscali decise dal governo ed avallate, all’unanimità, in parlamento.
Non si può dire lo stesso, purtroppo, per l’Unione Europea. Se da un lato la Banca Centrale Europea, dopo qualche tentennamento iniziale di troppo che ha rischiato di mandare in tilt Piazza Affari, ha deciso di sfoderare un quantitative easing “monstre” da 750 miliardi, asserendo che l’acquisto dei titoli sarà illimitato sino a quando la crisi non sarà totalmente azzerata, dal punto di vista politico la spaccatura sulle leve fiscali ed economiche da attuare resta ampia: i paesi del Nord Europa non vogliono concedere troppa clemenza ai paesi meridionali, quelli maggiormente colpiti dalla crisi e in alcuni casi, come il nostro paese, già zavorrati da problemi di natura economica. Uno scontro che, qualora non si dovesse arrivare ad una sintesi condivisa, potrebbe segnare il destino della stessa Unione Europea, o perlomeno vederne sminuire significativamente il proprio peso sul palcoscenico internazionale.
La volatilità, specie nel Vecchio Continente, la farà da padrona ancora per un po’
Fatto salvo il prioritario problema sanitario, questa situazione, di fatto, tiene in sospeso l’andamento dei listini azionari del Vecchio Continente, a differenza di quanto avvenuto, perlomeno momentaneamente, sul comparto obbligazionario sovrano: grazie ai forti acquisti eseguiti dall’istituto di Francoforte, infatti, gli spread si sono ristretti. La volatilità, anche in forme molte accentuate, sarà con ogni probabilità la protagonista assoluta delle prossime settimane nei listini europei: come già avvenuto negli ultimi giorni, scossoni positivi o negativi di forte entità potrebbe palesarsi con elevata frequenza.
Un simile contesto, quindi, potrebbe risultare propizio per i cosiddetti “shortisti”, che possono trovare terreno fertile per ottenere profitto con operazioni “lampo”. D’altro canto, grazie anche alla grande serietà di alcuni portali finanziari, è possibile operare sui mercati con maggior consapevolezza anche per coloro che non sono propriamente esperti in materia finanziaria.
Non tutti i siti, però possono essere ritenuti seri ed affidabili: l’approssimazione, purtroppo, la fa talvolta da padrona. Buona parte dei portali, però, sono in grado di assicurare un servizio efficiente all’utente, come il sito al quale si può accedere cliccando qui. Oggi più che mai, d’altronde, è importante ottenere i giusti suggerimenti per operare nei mercati, che vengono spesso snocciolati sotto forma di strategie.
Anche in una fase come attuale, d’altronde, non mancano i settori che dovrebbero regalare soddisfazioni ai risparmiatori. L’ambito sanitario, ad esempio, spicca fra questi, ma anche quello della filiera agroalimentare dovrebbe trarre beneficio. Grossi dubbi, invece, in merito ai titoli del settore bancario, che a causa della crisi dovrebbe vedere, nuovamente, ampliarsi le perdite e subire una drastica riduzioni degli utili, in parte già affossati a causa dei perduranti tassi negativi della Banca Centrale Europea.